• Versi
Copertina
88-8410-007-0
49
7,74
Carmina, 4
88-8410-007-0
49
7,74
Carmina, 4

«Raccolti nei Parerga e Paralipomena, questi versi scandiscono l'intera esistenza di Arthur Schopenhauer, dalla giovinezza sin quasi alla soglia della morte. Di gusto romantico, fortemente influenzati dalla poetica di Goethe, i versi di Schopenhauer oscillano tra il puro esercizio di stile e l'intenzione filosofica. Ed è su questo secondo versante che, in realtà, si mostrano più interessanti, intrecciando implicite notazioni autobiografiche e precise sollecitazioni teoretiche. Del resto, come scrive lo stesso Schopenhauer nella breve premessa, un po' forse celiando ma in maniera sostanzialmente sincera, "non hanno alcuna pretesa di valore poetico" bensì intendono svolgere la funzione di propedeutica ad una filosofia che, a più riprese, viene ribadita quale momento di radicale rottura con la tradizione e di irrevocabile apertura ad una nuova visione del mondo e della vita dell'uomo. Vi è un tema unico che attraversa la produzione poetica di Schopenhauer, la quale riflette specularmente la ben più importante e vasta produzione filosofica: il tema della lotta, del conflitto, con il loro portato di angoscia e sofferenza, dalle forme più basse di vita alle più alte, o alla più alta fra tutte (la lotta, la guerra fra gli uomini). E vi sono gli altri temi schopenhaueriani tipici: sempre il dolore nel mondo, l'evanescenza dell'esistenza ma anche l'immortalità del nucleo vitale più profondo, il contrasto tra il superiore sapere del filosofo e dell'artista (se, beninteso, vero filosofo e vero artista) e la dozzinale banalità della conoscenza propria alla stragrande maggioranza degli uomini. Ed in ultimo, dicevamo, vi sono le notazioni autobiografiche, l'autoriconoscimento di un merito, di una grandezza di pensiero, nonostante l'ostracismo dell'ambiente universitario del tempo e ben aldilà dell'ostentata indifferenza della coeva cultura hegeliana.
Dalla Presentazione di Fabio Bazzani